I rischi di guidare con pneumatici sgonfi: sicurezza e consumi
La guida con pneumatici sgonfi può essere molto pericolosa per chi si trova a bordo di un veicolo, eppure il corretto gonfiaggio delle gomme auto viene spesso sottovalutato dagli automobilisti, stando almeno a quanto dicono le statistiche. Addirittura quasi 3 vetture su 4 fra quelle circolanti in Italia montano gomme sottogonfiate, aumentando quindi enormemente i rischi non solo per conducenti e passeggeri, ma anche per chi si trova intorno. La pressione di gonfiaggio è un elemento fondamentale sia in termini di sicurezza, sia in fatto di performance: solo con la giusta quantità d’aria al loro interno infatti le coperture possono funzionare al meglio ed esprimersi al top delle prestazioni. Cerchiamo allora di capire quali sono i rischi che si corrono circolando con gomme sgonfie e come intervenire per evitare questo fenomeno.
Pneumatici sgonfi: perché diminuisce la sicurezza?
Un pneumatico sgonfio riduce la sicurezza poiché viene modificata la sua impronta a terra, generando conseguenze che hanno a che fare con l’incolumità di chi sta a bordo; ma non si tratta solo di questo, in quanto una copertura che perde aria incide pure sui consumi del veicolo. In termini di sicurezza, una gomma sgonfia avrà una tenuta di strada inferiore e una diminuzione dell’aderenza, con un incremento del rischio di perdere il controllo del mezzo, in particolare a velocità elevate e quando il grip sull’asfalto è precario (ad esempio in caso di pioggia oppure neve). In aggiunta si allungano gli spazi di frenata, per cui saranno necessari più metri per arrestare il veicolo. Una copertura non gonfiata alla pressione corretta, infine, è maggiormente soggetta a forature e danni.
Quali altri inconvenienti possono colpire una gomma sgonfia?
Quelle elencate in precedenza sono le conseguenze più dirette di un pneumatico sottogonfiato, ma non sono le uniche. Infatti quando una gomma è sgonfia, cambiano le zone che entrano in contatto con l’asfalto generando un maggiore attrito che innesca il fenomeno del surriscaldamento (più frequente, per ovvie ragioni, nel periodo estivo). Il risultato di tale aumento di temperature durante il rotolamento provoca un consumo più rapido del battistrada e in generale un degrado superiore dei materiali che compongono il pneumatico, portando nei casi peggiori a cedimenti della struttura interna. Quest’ultima è messa a dura prova anche dal peso del veicolo, il quale può danneggiare la carcassa di una gomma in cui non vi è l’aria a sostenere la massa della vettura. Tutti inconvenienti piuttosto pericolosi poiché possono manifestarsi all’improvviso, magari mentre si viaggia a velocità sostenuta in autostrada, con esiti facilmente immaginabili…
Perché con le gomme sgonfie aumentano i consumi di carburante?
Forse agli automobilisti meno attenti sarà sfuggito questo “dettaglio”, che però non è affatto un aspetto marginale: con le gomme sgonfie c’è un incremento dei consumi di carburante. Per quale ragione? Semplicemente perché aumenta l’attrito della gomma con l’asfalto e di conseguenza la resistenza al rotolamento, per cui al motore è richiesto uno sforzo maggiore per far avanzare il veicolo; sforzo che esige un impiego superiore di carburante. Oltre a mettere a repentaglio la sicurezza, dunque, i pneumatici sgonfi hanno un impatto pure sul portafoglio del proprietario dell’auto, che si vedrà costretto a rifornimenti più frequenti perché la sua vettura consuma un quantitativo di carburante più elevato. Sono sufficienti tutte queste ragioni per comprendere l’importanza della pressione di gonfiaggio? Mantenere le gomme correttamente gonfiate è essenziale per la sicurezza, ma incide anche sul budget destinato alle spese di gestione di un veicolo.
Quando controllare la pressione di gonfiaggio?
Il parere degli esperti al riguardo è unanime: la pressione di gonfiaggio va controllata ogni tre o quattro settimane circa, in quanto lo sgonfiamento è un fenomeno fisiologico a cui vanno incontro le gomme auto. Tale operazione è piuttosto semplice e richiede pochi minuti, può essere effettuata gratuitamente presso le stazioni di servizio attraverso l’apposito strumento, il manometro. L’unico accorgimento da attuare è quello di svolgere il controllo della pressione con pneumatici freddi, poiché l’aria una volta scaldata aumenta la pressione all’interno della gomma falsando la misurazione. Inoltre questa verifica va sempre svolta prima di partire per un viaggio in auto, così da assicurarsi che le coperture siano in condizioni ottimali e al massimo dell’efficienza, in modo da ridurre il rischio di inconvenienti lontano da casa. In alternativa è possibile affidare tale operazione al proprio gommista di fiducia, con l’opportunità di far eseguire un controllo a 360 gradi circa lo stato di salute dei pneumatici.
Qual è la pressione di gonfiaggio delle mie gomme?
Non esiste un valore della pressione di gonfiaggio universale, valido per ogni veicolo, bensì ogni auto ha il suo. Per conoscere tale parametro, è sufficiente consultare il libretto di circolazione della propria vettura oppure individuare l’etichetta posta nel montante dello sportello dal lato del conducente. Lì è riportato il valore espresso in Bar relativo alla pressione delle gomme del veicolo in questione, studiato in base alle caratteristiche del mezzo - peso, potenza etc. - proprio per consentire ai pneumatici di lavorare nelle condizioni ideali e offrire il miglior supporto alla vettura. Con un semplice controllo visivo non è possibile capire se le gomme stanno subendo una perdita d’aria, se non quando sono visibilmente sgonfie ma in questo caso la loro integrità potrebbe essere già in parte o del tutto compromessa: ecco perché i controlli devono essere effettuati utilizzando il manometro.
Gonfiare i pneumatici a una pressione superiore è una buona idea?
Abbiamo visto quali sono i rischi e gli aspetti negativi nell’avere gomme sgonfie a bordo del mezzo, ma anche gonfiare i pneumatici a una pressione superiore - pensando così di compensare il fisiologico sgonfiamento - non è una buona idea. Pure il sovragonfiaggio infatti può creare problemi, il primo fra tutti è la riduzione dell’impronta a terra della gomma con conseguente diminuzione dell’aderenza, poiché tutto il lavoro del pneumatico è a carico della sola sezione centrale del battistrada. Tuttavia è possibile che la casa costruttrice del veicolo indichi un valore minimo di gonfiaggio e uno massimo per quando la vettura viaggia a pieno carico: in quest’ultimo caso si possono gonfiare le gomme alla pressione massima indicata, studiata appunto per consentire al mezzo e ai pneumatici di supportare meglio il peso maggiore. Tale valore non può però essere superato, poiché altrimenti si andrebbe incontro ai problemi generati dal sovragonfiaggio, vale a dire riduzione del grip del battistrada, instabilità e scarsa tenuta di strada, in modo particolare in curva, minore maneggevolezza e reattività e usura anomala in quanto la parte centrale risulta più sollecitata delle altre.
Le gomme sgonfie possono causare danni al veicolo?
Fra le conseguenze negative generate dal circolare con gomme sgonfie possono rientrare anche eventuali danni al veicolo. In che modo? Una pressione insufficiente delle coperture può causare stress nelle componenti meccaniche, ad esempio sospensioni e sterzo, portando a un deterioramento anticipato risolvibile solo con riparazioni oppure sostituzioni costose da svolgere in officina. Inoltre, le gomme sgonfie possono innescare il disallineamento delle ruote e anche questo inconveniente richiede un intervento professionale, attraverso strumentazione elettronica, per poter essere risolto. Si tratta di spese aggiuntive - che possono diventare elevate a seconda del tipo di danno - facilmente evitabili mantenendo le gomme alla giusta pressione, tramite controlli a cadenza regolare.